Passa ai contenuti principali

Hobbes

 


Un’epoca turbolenta e l’idea dell’assolutismo

Hobbes visse in un periodo molto instabile e violento della storia inglese. Egli sosteneva con convinzione l’assolutismo, cioè l’idea che il potere dovesse essere concentrato nelle mani di un sovrano assoluto. La sua stessa nascita fu segnata dalla paura: sua madre lo partorì prematuramente nel 1588, spaventata dalla notizia dell’arrivo dell’Invincibile Armata spagnola in Inghilterra.


Una visione pessimistica della natura umana

Hobbes aveva un’idea negativa dell’essere umano, che considerava egoista e violento. Riprendeva il detto latino homo homini lupus (“l’uomo è un lupo per l’altro uomo”), per sottolineare come, senza regole, le persone sarebbero sempre in conflitto tra loro. Per lui, lo stato naturale dell’uomo era caratterizzato dalla guerra di tutti contro tutti.


Materialismo e conoscenza

Hobbes era un materialista: credeva che tutto ciò che esiste fosse materia e che lo spirito non avesse fondamento. Secondo lui, la conoscenza derivava dai sensi, cioè dall’interazione tra il nostro corpo e il mondo esterno. L’intelletto funzionava come una macchina calcolatrice che collegava concetti attraverso il linguaggio.


Scienza e linguaggio

A differenza di Galileo, Hobbes pensava che la scienza non descrivesse la realtà oggettiva, ma fosse un insieme di concetti creati dall’uomo. Secondo lui, la politica poteva essere conosciuta scientificamente perché era un’invenzione umana. Inoltre, riteneva il linguaggio un’invenzione fondamentale, senza la quale non sarebbero esistite la società e lo Stato.


Lo stato di natura e il bisogno di ordine

Per Hobbes, lo stato di natura era una condizione di caos e violenza, in cui ogni individuo pensava solo alla propria sopravvivenza, senza limiti né regole. In questo stato, non c’era spazio per il lavoro, la scienza o l’arte: la vita era solitaria, misera e brutale.


L’uscita dal caos: il contratto sociale

Per evitare il disordine e garantire la sicurezza, gli uomini decisero di unirsi in una società attraverso due patti:

1. Patto di unione (pactum unionis): le persone si accordano per formare una comunità.

2. Patto di sottomissione (pactum subiectionis): affidano il loro potere a un sovrano, che avrà il compito di mantenere la pace.


Il Leviatano: lo Stato assoluto

Lo Stato ideale di Hobbes era il Leviatano, una figura potente e incontrastata che garantiva ordine e sicurezza. Il sovrano aveva potere assoluto e rappresentava la volontà di tutti i cittadini, che diventavano suoi sudditi.


La monarchia come miglior forma di governo

Hobbes preferiva la monarchia perché riteneva che un re potesse governare in modo più efficace di un gruppo di persone. Secondo lui, il sovrano non aveva interesse a danneggiare il proprio popolo, e poteva prendere decisioni rapide senza conflitti interni. Tuttavia, riconosceva che anche la monarchia poteva avere difetti, come il rischio di favoritismi o la presenza di un re incapace, ma pensava che si potesse rimediare con un tutore.


Commenti

Post popolari in questo blog

ZENONE

Zenone di Elea è stato un filosofo dell'antica Grecia, allievo di Parmenide. Egli sosteneva che l'essere fosse unico e immutabile (non ci sono divisioni interne all'essere e l'essere non cambia). Per spiegare le sue idee, utilizzava paradossi, come quello di Achille e la tartaruga. Nel Paradosso di Achille e la tartaruga, Zenone immagina una gara tra Achille, veloce guerriero, e una tartaruga. Pur essendo più veloce, Achille dà un vantaggio alla tartaruga. Zenone dimostra che, secondo le regole dell'infinitesimo, Achille non può mai superare completamente la tartaruga, poiché ogni volta che Achille raggiunge il punto in cui la tartaruga si trovava, questa si è già spostata, e così all'infinito. In un altro paradossale esempio, quello dell'arco e della freccia, Zenone discute il movimento, sostenendo che la freccia, prima di colpire il bersaglio, deve attraversare metà della distanza, poi la metà di quella metà, e così via all'infinito. Questi paradossi s...

platone, il timeo e le leggi

  Il Timeo Il Timeo è un dialogo filosofico di Platone, scritto probabilmente intorno al 360 a.C. Esso rappresenta una delle opere più importanti e influenti di Platone, in cui egli sviluppa la sua cosmologia e la sua teoria dell'universo. La Creazione del Mondo Nel Timeo, Platone descrive la creazione del mondo come opera del demiurgo, un essere intelligente e divino che ha plasmato la materia disordinata per renderla il più bello e buono possibile. Questo demiurgo è descritto come un essere che opera in base a una ragione eterna e immutabile, creando un mondo che è il più simile possibile all'idea eterna del bene.  I Triangoli e la Struttura dell'Universo Platone sostiene che i triangoli sono gli elementi costitutivi fondamentali dell'universo, poiché essi sono i più semplici e perfetti di tutti i poligoni. Questi triangoli sono poi combinati per formare le altre figure geometriche, come i quadrati e i pentagoni, che a loro volta costituiscono le stelle e le altre for...

PLATONE e la teoria delle idee

Platone fu uno dei più grandi filosofi dell'antichità. Era allievo di Socrate e fu profondamente segnato dalla condanna a morte del suo maestro da parte della democrazia ateniese. Questo evento lo portò a dedicarsi completamente alla filosofia, con l'obiettivo di riformare la società e la politica. Platone elaborò la sua celebre "teoria delle idee". Secondo questa teoria, esiste un mondo superiore e perfetto, chiamato "iperuranio", dove risiedono le idee - entità eterne e immutabili che rappresentano i modelli o le forme ideali di tutte le cose. Il mondo in cui viviamo è solo una copia imperfetta di questo mondo ideale. Noi percepiamo le cose attraverso i sensi, ma la conoscenza vera e scientifica può essere raggiunta solo attraverso la ragione, che ci permette di accedere al mondo delle idee. Platone distingue due tipi di idee: le idee-valori, come il Bene, la Bellezza e la Giustizia, e le idee matematiche, come i numeri e le forme geometriche. Queste idee ...